Stats Tweet

Popolare Italiano, Partito (PPI).

Formazione politica sorta nel 1993 come erede della Democrazia Cristiana. • Encicl. - Nato sull'onda dei grandi cambiamenti del panorama partitico italiano, dovuti alle conseguenze delle numerose inchieste cosiddette di "mani pulite", il PPI fece la sua comparsa nel luglio 1993 a Roma, durante l'Assemblea Costituente della DC, presieduta dal segretario M. Martinazzoli. In quella sede fu sancita la scomparsa dalla scena politica della quasi cinquantenaria DC e la nascita di un nuovo soggetto, che si poneva l'obiettivo primario di coniugare il costituzionalismo liberale e il cristianesimo sociale, recuperando al proprio progetto politico riflessioni culturali ed esperienze di impegno sociale, che andavano da Rosmini a don Sturzo, nonché il meglio dell'eredità politica della stessa DC. Martinazzoli, che alla Costituente aveva cercato di evitare una frattura nel partito, mediando le posizioni più radicali dei delegati che facevano riferimento a R. Bindi con quelle più moderate dei centristi, venne nominato segretario con pieni poteri del nuovo partito. La scissione tuttavia si verificò con la nascita del Centro Cristiano Democratico (V.), una formazione di cristiano-moderati, guidati da P.F. Casini, C. Mastella, F. D'Onofrio e O. Fumagalli Carulli. Alle elezioni politiche del marzo 1994, il PPI, presentatosi alle consultazioni in una lista di centro comprendente il Patto Segni, conquistò l'11% dei suffragi, confermando le previsioni che volevano il centro democristiano oggetto di un consistente ridimensionamento. Il segretario Martinazzoli, deluso dall'esito del voto, rassegnò le dimissioni. Nella prima parte della legislatura i rappresentanti del PPI si collocarono all'opposizione rispetto al Governo del Polo delle Libertà, guidato da S. Berlusconi, sostenendo, alla caduta di questo, la nascita del Governo "tecnico" guidato da L. Dini. Nel luglio 1994 R. Buttiglione, candidato dall'ala più moderata del partito, fu eletto nuovo segretario del PPI, battendo con la maggioranza del 55% dei suffragi il candidato unitario del centro e della sinistra interna, N. Mancino. Eletto segretario con il compito di attuare la linea politica votata dal Congresso, e cioè quella di una "equidistanza dagli opposti estremismi" mediante un convinto presidio delle posizioni di centro, Buttiglione operò in realtà oscillando fra esperimenti di alleanze a sinistra (come per le elezioni amministrative parziali del novembre '94) e tentativi di organiche intese con le forze del Polo, segnatamente con Forza Italia, o parziali legittimazioni della cosiddetta "destra democratica" di Alleanza Nazionale. In vista delle elezioni amministrative generali della primavera del 1995, Buttiglione scelse di aggregare le forze del PPI a quelle del Polo delle Libertà, provocando, con la sua decisione verticistica, la reazione della sinistra del partito, guidata in particolare da R. Bindi e dal presidente del partito G. Bianchi. La linea del segretario venne respinta dal Consiglio Nazionale che provvide all'elezione di un nuovo segretario: G. Bianco. I consiglieri sostenitori di Buttiglione, insieme a quest'ultimo, determinarono una scissione all'interno del PPI, assumendo il nome di Cristiani Democratici Uniti (V.) e avviando una forma di alleanza organica con le altre forze del centro-destra. Al contrario, i popolari di Bianco lavorarono attivamente alla costruzione di un polo di centro-sinistra, sostenendo efficacemente la candidatura a leader dello schieramento e capo del Governo di R. Prodi. Alle elezioni dell'aprile 1996 i popolari, avendo ottenuto 55 deputati e 26 senatori, contribuirono alla vittoria della coalizione dell'Ulivo. Il PPI divenne parte della maggioranza parlamentare a sostegno del Governo Prodi, contando diversi suoi esponenti come responsabili di importanti dicasteri. Durante il Congresso del 1997 G. Bianco fu sostituito alla segreteria del partito da F. Marini, a sua volta sostituito nel 1999 da P. Castagnetti. Dopo la sconfitta della coalizione di centro-sinistra nelle elezioni politiche del maggio 2001, il PPI confluì, insieme a Democratici, UDeuR e Rinnovamento Italiano, nel partito della Margherita (ottobre 2001).